Descrizione
Melucci: “Comprendiamo le esigenze connesse alla continuità produttiva, ma occorrono maggiori garanzie sul ripristino e il vincolo futuro dei fondi, unitamente ad un cronoprogramma certo delle bonifiche. Sul riesame AIA, invece, bisogna evitare nuovi errori che riaccendano la contrapposizione sociale ed istituzionale, ecco perché le nostre ordinanze restano valide. Sulla gara in corso, poi, ribadiamo l’aspettativa ineludibile della comunità sul migliore e più rapido programma di decarbonizzazione.”
Le Amministrazioni locali proseguono nel dare il loro contributo leale, pressoché tecnico, ad una vicenda molto complessa ed ormai entrata in una fase assai delicata, si spera decisiva.
Tuttavia, come dichiarato dal Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci durante la sua audizione alla IX Commissione del Senato nella capitale quest’oggi, in occasione del dibattito riferibile al disegno di legge n. 1359, connesso al DL 3/2025 sulla continuità produttiva ed occupazionale dell’ex Ilva, oltre che ai contenuti in esso confluiti del DL 5/2025 sul riesame AIA per gli impianti di interesse strategico, qualcosa per il futuro della comunità ionica occorre ancora chiarirlo, con altrettanta urgenza e attenzione da parte del Governo.
“Come noto, -ha affermato il primo cittadino- al momento stiamo affrontando l’aggiornamento dell’impianto AIA del 2017, che il Comune di Taranto ha richiesto a fronte di dati non proprio confortanti, al netto del registrato calo della produzione degli ultimi mesi. Ma né in quel contesto, ovviamente, né in questa nuova procedura di accesso ai fondi sequestrati alla famiglia Riva e che avrebbero dovuto essere impiegati per le bonifiche e i ristori del nostro territorio, si può trovare traccia formale delle intenzioni e delle azioni verso la decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico, l’unico scenario che consente l’utilizzo dei fondi europei e va incontro alle esigenze sanitarie ed ambientali della comunità locale.
“Noi riteniamo che tutte le istituzioni insieme possano far fronte a qualunque nuovo sforzo e qualunque programma ardito, a patto di stabilire in maniera trasparente e coraggiosa il percorso, una volta per tutte. E l’assenza di richiami certi ai futuri nuovi assetti tecnologici, cioè alla chiusura definitiva del ciclo integrale del sito di Taranto, non ci lascia tranquilli in questo senso. Come apprezzeremmo, unitamente alle più volte richiamate condizioni di urgenza e di compromesso, che i dicasteri competenti assumessero, qui e ora, una responsabilità precisa, nero su bianco, di che ne sarà del cosiddetto patrimonio destinato dell’azienda, a dire che desidereremmo essere informati in merito a quando, e con quale dotazione finanziaria, partiranno gli interventi per l’area ionica. Anche rispetto al tema dell’interesse strategico per il Paese, auspichiamo che il Governo metta mano al più presto a deroghe e soluzioni specifiche per ricompensare i sacrifici del nostro territorio, dall’università all’aeroporto, solo per fare esempi eclatanti. E in ultimo, crediamo occorrano garanzie che l’incremento di fondi sottratti alle bonifiche sia prevalentemente orientato al sostegno dell’occupazione e dell’indotto e non costituisca, piuttosto, una scelta opinabile per differire la soluzione dei problemi e tardare con la riconversione.
“Ma se circa il tema della continuità aziendale siamo possibilisti, soprattutto in vista del completamento della gara del Governo per cedere i compendi di Acciaierie d’Italia, è sull’impianto delle nuove proposte AIA che restiamo più scettici e chiediamo al Governo dei correttivi di sostanza, anche per non dare segnali ai potenziali acquirenti che la pressione su salute e ambiente si stia nelle intenzioni generali allentando, alla luce delle esigenze della competitività e della sola sostenibilità economica. Principi ormai superati da tutti, soprattutto in considerazione delle recenti sentenze della Corte di giustizia europea o della Direttiva 2010/75/UE, nonché delle ordinanze sindacali locali, affatto superate da indirizzi così poco concreti ed incisivi come quelli trasferiti, per l’appunto, nel DL 5/2025.
“Nello specifico, ci pare piuttosto complessa la partenza delle nuove procedure e ci sembrano davvero troppi 10 anni per un riesame. Così come ci sembra che l’invarianza di risorse, stante il giudizio positivo sull’implementazione della valutazione del danno sanitario e delle competenze ad essa necessarie, non garantisca a sufficienza sugli esiti del lavoro scientifico. E inoltre, non ci piace affatto l’approccio meramente consultivo alla VDS, dato che consideriamo la questione salute come il punto di partenza di qualunque ragionamento, non semplicemente uno dei tanti paritari interessi da tutelare. Come pure, desta molta perplessità e solleva anche profili giuridici non banali, l’ipotesi di rafforzare il rischio gestionale in capo al conduttore dello stabilimento siderurgico, a dire che il tentativo di ammansire il mercato raccontando una certa confusione tra controllore e controllato non è foriero di buone relazioni con la comunità locale.
“Insomma -ha concluso il sindaco-, siamo disposti a sostenere ancora una volta le proposte operative del Governo, ma per la fretta e la mancanza di un tavolo appropriato tra le parti si stanno riproponendo degli errori da evitare. E a tal proposito, dalle notizie di stampa che trapelano, osserviamo un’ansia di aggiudicare al miglior offerente economico Acciaierie d’Italia, mentre ribadiamo che la città si aspetta un programma di decarbonizzazione puntuale e rigoroso.”
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Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 2025, 17:26