Descrizione
Tenuta quest’oggi in Regione l’audizione sulla realizzazione dell’impianto. Comune e Provincia di Taranto hanno espresso il proprio parere politico ribadendo contrarietà al dissalatore. Intanto, sarà chiesto all’Ente regionale se esistono eventuali siti alternativi al fiume “Tara” precedentemente presi in considerazione.
La crisi idrica che sta colpendo il nostro territorio va sicuramente contrastata in maniera decisa e tempestiva. In quest’ottica, la possibilità di ricorrere ai dissalatori appare una soluzione praticabile, ma raggiungere questo obiettivo intaccando inestimabili risorse naturalistiche non è accettabile.
È quanto esplicitato nella giornata odierna dai rappresentanti del Comune e della Provincia di Taranto che hanno partecipato all’audizione tenuta in Regione su espressa richiesta del consigliere Massimiliano Stellato proprio per discutere sulla proposta dell’AQP di realizzare un impianto per la dissalazione delle acque salmastre del fiume “Tara”. Un’opera contro cui i due Enti ionici si sono pronunciati manifestando la propria contrarietà dal punto di vista politico. Una linea che è stata confermata dall’assessore all’Ambiente, Stefania Fornaro, dal presidente della Commissione Ambiente, Paolo Castronovi, (entrambi in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Taranto guidata dal sindaco Rinaldo Melucci), dal consigliere provinciale con delega all’Ambiente, Adriano Tribbia, dal direttore generale dell’Ente Provincia, Bartolomeo Lucarelli, dal dirigente provinciale del Settore Ambiente, Aniello Polignano.
Sia il Comune sia la Provincia, dopo aver ribadito che i pareri finora rilasciati da entrambi gli Enti hanno avuto ad oggetto esclusivamente questioni meramente tecniche legate alle condotte e agli scarichi ricadenti nei confini amministrativi del Parco del Mar Piccolo e del Parco Terre delle Gravine, hanno ricordato l’importanza naturalistica, geomorfologica, idrogeologica riconosciuta nella pianificazione regionale al fiume “Tara” e alla sua qualifica quale habitat di interesse comunitario. In sede di discussione, i rappresentanti dei due Enti ionici oggi intervenuti hanno inteso anticipare il contenuto di una missiva, che verrà inviata alla Regione nei prossimi giorni, con la quale verrà richiesto all’Ente competente di essere messi a conoscenza su eventuali siti alternativi precedentemente presi in considerazione e sulle motivazioni che hanno indotto il proponente AQP a preferire il fiume “Tara” come localizzazione dell’opera.
Detto che il progetto, promosso da Acquedotto Pugliese, prevede la costruzione di un impianto di dissalazione con una capacità di 1.000 litri al secondo, destinato a potabilizzare le acque salmastre del fiume Tara, in sede di audizione Comune e Provincia (entrambi guidati da Rinaldo Melucci) hanno quindi confermato il proprio “no” politico alla realizzazione dell’opera. Infatti, con tale orientamento il sindaco e l'Amministrazione Comunale, in particolare, ribadiscono l'impegno a garantire la protezione del patrimonio naturale e la salute dei cittadini, promuovendo soluzioni sostenibili e rispettose dell'ambiente. Ed in virtù di queste iniziative, i consiglieri comunali della maggioranza dell'Amministrazione Melucci hanno formalmente richiesto la convocazione di una seduta monotematica del Consiglio Comunale per discutere la possibilità di presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro il progetto di realizzazione di un dissalatore sul fiume Tara. La convocazione del Consiglio Comunale monotematico rappresenta un passo significativo per approfondire le implicazioni del progetto e valutare le azioni da intraprendere per tutelare l'ambiente e gli interessi della comunità tarantina.
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Ultimo aggiornamento: 15 gennaio 2025, 10:22